Cappella di San Nicolò

Nella navata sinistra, al vano terzo, si trova la cappella dedicata al patrono, in essa sono esposti alcuni simulacri del Santo Vescovo di Mira.

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Sulla parete di fondo è collocata una tavola dipinta, con la cornice di legno intagliato, policromato e dorato. La tavola mostra l’immagine frontale a tutta figura di San Nicolò. Il venerato vescovo di Mira è rappresentato con un libro aperto, scritto in greco, come il suo nome vergato in verticale accanto alla sua testa. Sulle pagine aperte del libro è riportato l’inizio del brano delle “Beatitudini” dell’evangelista Luca (6, 17). Le formule generali esecutive dell’opera si richiamano alle icone orientali. Nell’angolo inferiore, a sinistra, è la firma dell’autore e il luogo dove venne dipinta la tavola: P. A. Jerone – Firenze. Si tratta del francescano Padre Antonio Jerone (1879-1946). L’elaborato risalirebbe alla prima metà del ‘900 quando fu riallestita la cappella, ora di San Carlo, che un tempo, invece, ospitava i due santi Carlo e Nicolò. L’opera è stata recentemente pulita, sanificata ed esposta in occasione della sistemazione dell’attuale cappella per celebrare la ricorrenza di San Nicolò del 6 dicembre 2019.

Alla parete destra è collocata la statua di San Nicolò, solennemente raffigurato in piedi, abbigliato con paramenti vescovili “all’orientale”, in atto benedicente; ai suoi piedi, le tre sfere d’oro e il fanciullo nella tinozza, simboli dei miracoli attribuiti al santo. La scultura lignea, policromata, dorata e impreziosita da gemme di vari colori, venne eseguita dal laboratorio milanese Rozzi & Sperluzzi, nell’anno 1912. si dovrebbe ritenere che il gruppo ai piedi del santo, raffigurante il bambino nella tinozza, non sia coevo alla statua, considerando anche le forme esecutive, si tratterebbe del riutilizzo di un’opera preesistente. La statua, nei decenni scorsi, è stata più volte portata processionalmente per le vie della città, in particolare in occasione della festa del lago. La devozione dei barcaioli e naviganti del nostro lago, è sempre stata viva per questo santo. Anche l’origine della chiesa di San Nicolò, è dovuta alla devozione, nei primi secoli del secondo millennio, a quel piccolo popolo di barcaioli e pescatori che viveva nei pressi della sponda del lago, identificando il piccolo colle che sovrastava il golfo, come luogo dove edificare la loro chiesa.

Alla parete sinistra è appeso un dipinto a olio su tela di fattura seicentesca, rappresenta San Nicolò, indossante un prezioso piviale figurato, con in mano il pastorale; davanti a lui, su un ripiano, sono la mitria e le caratteristiche sfere d’oro. Sullo sfondo, da una finestra, si intravede un naviglio veleggiante in acque tempestose: chiaro riferimento alla devozione, verso il vescovo di Mira, da parte dei barcaioli locali per essere da lui protetti nelle tempeste. L’autore del dipinto è sconosciuto, ma si tratterebbe di un pittore locale che, per la tecnica pittorica, è lo stesso riconosciuto in altre opere simili presenti nei Musei Civici di Lecco. La tela, restaurata in epoche precedenti, è inserita in una cornice ottocentesca in legno intagliato, dipinto, dorato. Il dipinto è stato recentemente pulito ed esposto. Reliquiario di San Nicolò (quando esposto). Creazione di eccezionale interesse, per la qualità dell’elaborazione e per il valore dei materiali usati, è questo contenitore con le reliquie del santo titolare della basilica prepositurale. Il reliquiario, del tipo a fusto, è in argento massiccio, finemente cesellato e parzialmente dorato. La teca a tempietto classicheggiante, è chiusa sui lati da cristalli, ed è sostenuta da quattro pilastrini in lapislazzuli, con capitelli e basi in argento; la creazione è impreziosita da diverse incastonature includenti brillanti, rubini, perle, lapislazzuli. Sulla sommità sono collocati i simboli del vescovo. All’interno, tre angioletti in argento reggono, stando assisi su un basamento, il sostegno su cui poggiano le venerate reliquie. Sopra queste è un cartiglio: S. NICOLAUS MYR. EP. Non ci sono note documentarie riguardanti l’oggetto ma, le caratteristiche di stile e il modo di usare i nobili materiali, indicano una fase attardata del secolo XIX. Peraltro, l’epoca indicata, la capacità del cesellatore, l’originalità affatto particolare e molto personale del disegno complessivo dell’opera, considerato anche i vari oggetti eseguiti per la chiesa di San Nicolò, il reliquiario si potrebbe attribuire all’artista argentiere Eugenio Bellosio di Milano. La reliquia viene esposta solo in occasione della festa del Santo Patrono e della festa del lago, quando al largo, su un’imbarcazione, viene benedetto il lago e quanti vi operano. Il reliquiario di San Nicolò poggia, grazie a una modifica, su un candelabro a più bracci, staccabili, in bronzo fuso, dorato, della prima metà del ‘900, facente parte di un servizio di sei pezzi di produzione in ambito lombardo. Festa di San Nicolò – 6 dicembre 2019

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