Il Nuovo Aquilone non è solo un cinema e un teatro: è un progetto totalmente “nuovo” anche perché la sua proposta per la città di Lecco è innovativa: con un film vogliamo dare alla nostra comunità gli strumenti per leggere la pellicola e la realtà che essa racconta. Così com’è stato per l’inaugurazione della sala con il Maestro Gianni Amelio, con “L’Arminuta”, sui nostri schermi in questi giorni, abbiamo invitato Giuseppe Bonito.
Il cinema e teatro Nuovo Aquilone è una sala della comunità. Da un lato si affaccia sul complesso dell’oratorio Madonna del Rosario di Lecco, e dall’altro si apre verso la città. Il nostro motore sono i nostri 100 volontari, a partire da ragazzi giovanissimi ma già appassionati di cinema.
Vita da volontario del Nuovo Aquilone
Il Nuovo Aquilone è un progetto collettivo e condiviso che durante la 78° Mostra del cinema di Venezia ha ottenuto il premio “speciale” Carlo Lizzani, consegnato da Anac, l’Associazione Nazionale Autori Cinematografici: segno e testimonianza della bontà del progetto che coinvolge l’intera comunità.
Dopo un mese di rodaggio, abbiamo fatto il punto con alcuni dei nostri volontari per sapere come stavano vivendo il ruolo di “anima” della sala, ma anche di operatori concreti, senza i quali la sala non è accogliente, pulita: senza di loro il film non parte. «Sto assaporando la bellezza di ritrovarmi con le persone che conoscevo e condividere un’esperienza di servizio con persone della mia comunità che per una ragione o per l’altra non avevo mai incrociato». Antonia invece sottolinea come a un mese dall’apertura «mi sembra che il mio contributo sia un piccolo mattoncino per avere cura di questo bel luogo per la cultura. I cittadini stanno apprezzando che in centro città c’è una sala accogliente e bella che propone film che fanno riflettere».
Sandro tra i volontari ha un compito ben preciso: oltre alle informazioni sugli orari delle proiezioni che si trovano sul sito e che diffondiamo sui social, quello molto analogico di girare per la città e affiggere i manifesti cartacei. «È un ruolo che mi piace e mi coinvolge pienamente nella gestione del Nuovo Aquilone. Ho riscontrato un’ottima accoglienza sia da parte degli esercizi pubblici sia del pubblico che spesso mi ferma per chiedere informazioni. E poi c’è la caldissima accoglienza dei cinefili di Lecco che già adorano i programmi di qualità proposti dalla sala. Uno spettatore mi ha fermato in una libreria dove esponevo la locandina mi ha detto, “Finalmente è stata aperta la sala dei miei sogni. Intima e di qualità”».
Il luogo oltre lo schermo
In cinema non vive solo di proiezione, lo sa bene Antonella: «Il mio compito viene svolto a cinema chiuso quindi non saprei dire da volontaria come vanno le serate anche se come lecchese e spettatrice mi sembra che la sala sia sempre piena». Il Nuovo Aquilone ha radici profonde, sorge infatti all’interno dell’ex cinema e teatro Aquilone. Chiuso da 40 anni, il restauro conservativo della sala ha mantenuto le finiture e l’impianto antico, con il ballatoio e le colonnine che affondano le radici in una sala moderna: «Ho potuto constatare in chi è già venuto nella sala da una parte una meraviglia nell’apprezzare il luogo», spiega Paola, che aggiunge «È bello vedere come le persone si danno appuntamento all’ingresso, si aspettano, si ritrovano, chiacchierano».
«È un dato di fatto che Lecco negli ultimi anni si sia ripiegata su stessa – ritiene invece Giacomo -, pandemia o non pandemia le occasioni ed i luoghi di incontro si sono persi, le occasioni rarefatte, la voglia di partecipare svanita. Ecco quindi che anch’io che non avevo mai frequentato gli ambienti della parrocchia ho, da un lato, sentito quasi il dovere di dare il mio piccolo contributo, e dall’altro avvertito la curiosità di essere parte di qualcosa estremamente interessante sia nelle forme che nei contenuti. Ed eccoci qua, nel mio caso, ad occuparmi delle proiezioni».
La sala al 100% e il futuro
Elena, dopo la ripresa – che per il Nuovo Aquilone è stata la prima volta avendo inaugurato a settembre 2021 -della capienza al 100%, spiega: «Ho la sensazione che la comunità stia rispondendo con piacere. Credo che la sala sia un’occasione di confronto, riflessione e socializzazione, oltre ad essere uno spazio d’incontro per stare insieme».
La capienza al 100% può essere, dopo questo tempo sospeso dal Covid, il modo per pensare alla ripartenza culturale in città. Antonia pensa che «La sala ha un profumo nuovo ma l’aspetto d’altri tempi. Mi piacerebbe vedere il Nuovo Aquilone sempre pieno di tanti giovani».
Anche Fabio è allineato al pensiero che come un fil rouge muove le azioni dei volontari «Qui ognuno compie piccole azioni per dare vita per una buona manutenzione del bene comune. Anche perché la nostra comunità aveva ed ha bisogno di spazi di aggregazione anche per momenti di condivisione e culturali».
Lecco risponde, e bene. Sull’impegno della città verso i giovani, la pensa come Antonia anche Giacomo: «Ho due figli “post-adolescenti”, purtroppo non li vedo ancora tra il pubblico, c’è molto da lavorare. Bisogna generare “appeal” nella sala (con i titoli e gli spettacoli), ma anche e forse soprattutto attorno alla sala. Nel secolo scorso “andavamo” al cinema e non necessariamente “vedere il film” era la cosa più importante, l’importante era vedersi, parlare, risolvere una serata altrimenti banale. La sfida per noi volontari sarà di essere in grado di trovare le motivazioni giuste per mantenere l’impegno, superare l’inevitabile fase di “rilassamento”, coinvolgere nuove risorse nell’”ecosistema” e divertirci».