L’Avvento è un tempo liturgico rivoluzionario, radicalmente in contrasto col clima che oggi respiriamo. È un’alternativa ad un atteggiamento della cultura contemporanea che sembra aver perduto ogni fiducia nella possibilità di una “salvezza”. Come accade nella celebre pièce teatrale di Samuel Beckett Aspettando Godot: i due protagonisti, Vladimiro ed Estragone, attendono all’angolo di una strada un personaggio misterioso, Godot, da cui si aspettano qualcosa che essi stessi non sanno definire. Estragone e Vladimiro, mentre attendono, non riescono a dialogare tra di loro, parlano senza ascoltarsi, sono paralizzati in una attesa che non ha un contenuto preciso, anzi è quasi un pretesto per non decidersi verso nulla:
«Estragone: “Dovrebbe già essere qui”.
Vladimiro: “Non ha detto che verrà di sicuro”.
Estragone: “E se non viene?”.
Vladimiro: “Torneremo domani”.
Estragone: “E magari dopodomani”.
Vladimiro: “Forse”.
Estragone: “E così di seguito”.
Vladimiro: “Insomma…”.
Estragone: “Fino a quando non verrà”.
È nato per noi il Salvatore
Beato Angelico (1395 ca. – 1455)
Storie di San Nicola di Bari, particolare.
Vladimiro: “Sei spietato”.
Estragone: “Siamo già venuti ieri”… “Sei sicuro che era stasera?”.
Vladimiro: “Cosa?”.
Estragone: “Che bisognava aspettarlo?”.
Vladimiro: “Ha detto sabato. Mi pare” (…)
Estragone: “Ma quale sabato? E poi, è sabato oggi?
Non sarà poi domenica? O lunedì? O venerdi?”».
Alla fine Godot non verrà. Quando i due ne sono certi, uno dice all’altro: “Andiamo”. Ma la
didascalia conclusiva avverte: “Non si muovono”.
La traccia di un diverso atteggiamento è in un altro celebre personaggio della letteratura classica: Telemaco, il figlio di Ulisse, che impegna il tempo della sua vita ad attendere il ritorno del padre. La sua attesa ha un centro, un motivo, una direzione. Le sue azioni sono mosse da questo desiderio che alla fine sarà premiato. Telemaco si rivolge costantemente all’orizzonte per vedere se c’è qualcuno che torna dal mare: è un’attesa intelligente, capace di guardare lontano.
In questi tempi smarriti, assediati da tante preoccupazioni per nuove ed antiche emergenze, dobbiamo aiutarci a risollevare lo sguardo verso i grandi orizzonti, alzando gli occhi dal nostro egocentrismo, tornando a dialogare tra di noi riscoprendoci comunità, chiedendo nella preghiera e ridandoci l’un l’altro la forza per trovare il contenuto della nostra attesa, per non restare paralizzati dall’ansia che generano i tanti mali di questo tempo (guerra, pandemia, crisi energetica ed ambientale, denatalità…). È l’attesa, autenticamente vissuta, che trasforma l’avvento mancato di Godot in quello realizzato di Telemaco.
Per rendere fruttuoso questo “aspettare” proponiamo il cammino di Avvento che queste pagine sintetizzano e presentano. Momenti comunitari come l’Eucarestia domenicale, la veglia di inizio Avvento, la carità, la proposta del Capolavoro per Lecco insieme a tanti percorsi di preghiera, formazione cristiana, approfondimenti culturali, secondo la sensibilità e l’età di ciascuno. Un Avvento che vuole rinvenire e approfondire i motivi del nostro credere e al tempo stesso fare in modo che diano forma ai nostri giorni e diventino un racconto da condividere.
Siamo invitati, come Telemaco, ad “alzare lo sguardo” perché la nostra liberazione in Gesù Cristo, nato per noi, è vicina. Il Padre ha mandato suo Figlio a visitarci, per annunciarci un modo nuovo di vivere, rivoluzionario, non basato sulla convenienza economica del tempo e delle cose ma sull’amore che trasforma la vita in un dono da scambiarsi.
Un tempo rivoluzionario l’Avvento, che fa dei giorni non spazi da monetizzare o periodi funesti da superare, ma occasioni opportune per incontrare la nostra Salvezza, il Signore Gesù che viene. Per questo proponiamo di vivere questo itinerario di Avvento con generosità e decisione, per tornare insieme ad udire la promessa che Gesù stesso ci ha fatto: “risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”.
Mons. Davide Milani
QUI il libretto con tutti gli eventi dell’Avvento 2022