Mercoledì 6 dicembre, alle 21:00, la Basilica di San Nicolò ospiterà “La lunga notte dell’Innominato”, spettacolo teatrale di e con Matteo Bonanni. Lo spettacolo è un omaggio ad Alessandro Manzoni nell’anniversario dei 150 anni della sua morte ed è nell’ambito del progetto “Circondati dalla bellezza”, realizzato con il contributo di Fondazione Comunitaria del Lecchese Onlus e Lario Reti Holding.
“Con questa serata vogliamo evidenziare un tratto fondamentale del pensiero e dell’opera manzoniana: la fede cristiana, troppo spesso sottaciuta, fraintesa o ridotta a caratteristica marginale. In realtà la fede, strumento di comprensione e di soluzione della storia e delle vicende umane, personalizzata da Manzoni nel tema della ‘provvidenza’ è la vera protagonista del grande romanzo ambientato a Lecco”, spiega mons. Davide Milani, parroco di San Nicolò.
La serata propone la lettura drammatizzata con accompagnamento musicale dei capitoli XXI e XXIII dei Promessi Sposi, una delle pagine più alte della letteratura italiana, vertice dell’opera manzoniana. È il racconto della crisi esistenziale di un uomo e la descrizione del suo incontro con Dio, in cui l’Autore ci mostra il proprio rapporto con Dio.
“Il mio rapporto con i Promessi Sposi è nato quando studiavo in accademia, alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi. – spiega Matteo Bonanni, regista e attore – “Da allora ho sviluppato un programma di letture fatte sui luoghi manzoniani a Lecco che porto avanti da quindici anni con centinaia di repliche. L’ultima tappa di questo giro è la rocca dell’Innominato con la lettura del XXI capitolo. Ho anche preso parte a uno spettacolo teatrale, tratto dai Promessi Sposi, in cui interpretavo l’Innominato, quindi il rapporto con questa figura è di vecchia data e devo dire che il legame con questo personaggio è rimasto vivo negli anni”.
Sul rapporto fra l’opera di Manzoni e la musica presente nella rappresentazione di mercoledì: “Il testo manzoniano ha un uso della parola e del ritmo incredibile: il suono della parola crea una colonna sonora che aiuta il lettore o lo spettatore ad immaginare, immedesimarsi ed infine commuoversi. Ho proposto i brani tratti dal XXI e XXIII capitolo presenti ne La lunga notte dell’Innominato in diverse versioni di accompagnamento musicale. Quella che vedrete a Lecco nasce dal confronto con tre amici musicisti sul testo: l’idea parte da trovare brani musicali di diverse epoche e stili che in qualche modo possano aiutare a immedesimarsi e a seguire il percorso del personaggio. Musica che quindi non è di accompagnamento, ma è parte integrante della drammaturgia, un elemento che dialoga con il testo”.
“La rappresentazione, dall’etimologia ‘fare di nuovo presente’, permette di confrontarsi ancora una volta con la domanda che si pone l’Innominato: che senso ha vivere? Un quesito che è la domanda dell’uomo: ‘essere o non essere…’ L’evento teatrale permette allo spettatore e all’attore di commuoversi insieme, ‘muoversi insieme’, e di ‘togliere la polvere dall’anima’, come Pablo Picasso definiva l’arte”.
Le musiche spaziano da canzoni, canti popolari e musica classica, eseguite da Gianni Fusco, chitarra e voce, Angela Lazzaroni, pianoforte, e Carlo Lazzaroni, violino.