Dall’omelia di mons. Bortolo Uberti, prevosto di Lecco, nella celebrazione solenne della Madonna del Rosario
Questa assemblea non è solo un rito religioso, ma un segno di un’intera umanità che si raduna e chiede alla Parola di Dio luce e cammino. Questa sera la nostra è una preghiera che si fa intercessione: chiediamo a Maria di presentare al Padre il nostro grido di pace, con l’umiltà di chi conosce i propri limiti e si affida alla misericordia di Dio che è più grande di ogni nostra fragilità.
Se c’è un posto in cui non andare, è proprio lì che il Signore spesso ci manda; se c’è una persona da cui non ci aspetteremmo nulla, è proprio quella che Dio sceglie per compiere il suo disegno. La vedova di Sarepta ha pochissimo, quasi nulla, ma quel poco lo mette a disposizione e così diventa strumento di salvezza. Nessuno è così povero da non avere nulla da donare. E nessuno è così ricco da non aver bisogno di essere accolto.
A volte facciamo fatica ad accogliere anche dentro le nostre case: genitori con i figli, figli con gli anziani, fratelli tra fratelli. Eppure è lì, in quel volto che magari ci mette alla prova, che abita il Signore. Chi incontra noi dovrebbe poter incontrare un riflesso di Lui. Se anche solo una persona, attraversando questa basilica, potrà portarsi via un desiderio di tornare, allora avremo già fatto qualcosa di grande.
Vogliamo essere una comunità che non si rassegna, ma che continua a credere che la pace e la fraternità sono possibili, a partire dai nostri gesti quotidiani.
Foto da leccoonline.com





