Sono stati annunciati i contenuti della sesta edizione del Lecco Film Fest: incontri, talk, proiezioni con Mario Martone, Ottavia Piccolo, Silvio Soldini, Filippo Scotti, Barbara Chichiarelli, Giovanni Esposito, Susy Del Giudice, Nicoletta Romanoff, Federica Luna Vincenti, Giorgia Faraoni, Rossella Inglese, Andrea Pallaoro, Davide “Boosta” Dileo e tanti altri.
Il festival, promosso da Confindustria Lecco e Sondrio e organizzato da Fondazione Ente dello Spettacolo, avrà luogo dal 3 al 6 luglio sulla sponda lecchese del Lago di Como.
«Dal 3 al 6 luglio Lecco si trasformerà in un laboratorio di visioni e dialogo – afferma mons. Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo – grazie alla sesta edizione del Lecco Film Fest, al programma proposto, al pensiero che lo guida, a ospiti, volontari, pubblico e giovani.
“Questi tempi memorabili” il titolo di questa edizione. Memoria viene da memor , “colui che conserva nella mente”, è ciò che ci radica e ci orienta: durante il festival vogliamo allenarci a custodirla perché illumini il presente. Il cinema trasforma l’immagine in memoria viva, intrecciando vissuto e storia collettiva, anche nel dolore. Non per trattenerlo, ma per renderlo consapevolezza. Ogni proiezione è cura e responsabilità, affermazione della memoria come luogo in cui l’uomo impara a essere autentico. Davanti alle immagini proiettate a Lecco, siamo chiamati a un vero atto di comunione: vivere oggi bellezza e verità per edificare insieme il domani. L’invito è a trascorrere insieme questi giorni a Lecco, accompagnandoci con la forza mite delle storie, scoprendo come ogni epoca ha i suoi germi di speranza e chi li testimonia. E a scoprire quel cinema – radicato nel cuore di ciascuno, luce per un territorio ma sempre proteso all’universale – che ha il potere di essere sacramento di bellezza e verità in cui possiamo riconoscerci per ritrovare dignità e continuare a sperare».
«In questi mesi, ogni giorno la cronaca ci consegna eventi destinati a entrare nella storia – evidenzia Marco Campanari, Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio – e il cinema è senza dubbio uno degli strumenti più potenti per fissare nella memoria collettiva il ricordo del nostro tempo, offrendoci chiavi di lettura capaci di interpretarlo e comprenderlo in prospettiva. Ormai sei anni fa la nostra Associazione ha scelto di andare oltre la sua semplice missione istituzionale, impegnandosi per lo sviluppo anche culturale del territorio, co-fondando e promuovendo la nascita di Lecco Film Fest. Crediamo infatti sia anche nostro compito, come rappresentanti del sistema produttivo territoriale, offrire occasioni in cui le persone possano pensare, interrogarsi, riflettere sul mondo in cui vivono ma anche, nel caso specifico di questa edizione, su come la memoria collettiva si sia sviluppata nel tempo. Il festival nasce dall’impegno concreto per contribuire alla costruzione di un tessuto culturale e sociale più consapevole, dinamico e aperto al futuro. In questa prospettiva, anche le Istituzioni, il mondo economico e quello imprenditoriale, la compagine sociale portano un contributo essenziale e insostituibile al festival ed a loro va un particolare ringraziamento».
«L’esordio, il momento dell’inizio – sottolinea Angela D’Arrigo, curatrice del festival – è lì soprattutto che il Lecco Film Fest sceglie di stare accanto a registi e registe, attrici e attori, creando occasioni di formazione, di visibilità, di confronto, di scoperta. Una valorizzazione del talento giovanile e delle donne che non è bandiera di facciata, ma valore identitario del festival. Accanto ai grandi maestri del cinema italiano – Vittorio Storaro, Mario Martone, Ottavia Piccolo – si affacciano personalità con una poetica e uno sguardo definito, che sarà un piacere ascoltare a Lecco».
«Questi momenti non andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia, come ammoniva Blade Runner. Perché il cinema – chiosa Gianluca Arnone, caporedattore della Rivista del Cinematografo – in un tempo che spesso dimentica, si rivela ancora — e meglio — straordinaria macchina della memoria: trattiene, intreccia, rilancia. I film e gli autori che compongono questo suggestivo puzzle lecchese non li scopriamo oggi, ma li osserviamo sotto una luce nuova: quella che, grazie a vecchi e nuovi maestri, ci libera da un presente opaco e senza profondità, aprendolo come un varco, svelandolo come parte viva di una tessitura del tempo. Ed è straordinario — ma non così sorprendente — che siano proprio le donne a intessere questo filo: corpi della storia, sguardi sulla storia, fantasmi riemersi da una damnatio memoriae e latrici di futuri non ancora immaginati. Tra maestri affermati e nuove voci già mature, ciò che emerge è una sinfonia di esordi che non promettono: compiono. E ci dicono che sì, questa è davvero la bella estate del nostro cinema».