La Festa di San Nicolò, la festa di una comunità

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Ieri, mercoledì 6 dicembre, si sono svolte le celebrazioni per la Festa di San Nicolò, patrono di Lecco.

La celebrazione della santa messa solenne nella Basilica dedicata al santo è stato un momento in cui le autorità cittadine e la comunità lecchese hanno chiesto protezione, desiderio di compiere il bene e rinnovare l’impegno di tutti per una vita all’insegna della fede, della carità e della giustizia.

Nell’omelia di mons. Davide Milani, Parroco di San Nicolò e Prevosto di Lecco: “A tutti gli oppressi da un peso nell’esistenza San Nicolò ha donato il bene, li ha liberati dall’affanno. L’intervento del Santo è decisivo con uno stile particolare: mediante un dono che egli fa, in modo discreto, senza mai apparire come colui che opera il prodigio, come un donatore nascosto, sta a chi riceve il beneficio riconoscerlo. San Nicolò è la festa che ci fa sentire il gusto del Natale che sta per arrivare, perché è anche la festa del dono. È una festa che ci ricorda la bontà di Dio che non ci lascia soli nelle nostre fatiche, ci visita nell’azione provvidente di tante persone generose per sostenerci, accompagnarci, aprirci alla speranza, salvarci”.

La generosità del dono è radicata nella comunità lecchese: “Per me oggi è l’occasione per ringraziare tutti coloro che operano direttamente in questa parrocchia e in tutte le sue molteplici articolazioni donando tempo, passione, competenze, energie, risorse economiche. Senza questi vostri doni, amici carissimi, non avremmo questa basilica aperta, accogliente, con celebrazioni ben fatte; l’oratorio così attivo e il nuovo in avanzata fase di costruzione, il Cinema Aquilone, la Caritas, la segreteria parrocchiale, la corale, l’associazione culturale con il Capolavoro per Lecco e le tante iniziative artistiche, la scuola dell’infanzia Papa Giovanni XXIII, le salite al Campanile, la Casa alpina Pio X. Tanti doni sono dentro anche la nostra città oggi in festa: nel volontariato così attivo a Lecco in tutti i campi dell’esperienza umana: assistenza, cura, educazione, cultura, montagna, tempo libero, sport…

La festa di oggi è la giornata in cui riconosciamo di quanti doni è impreziosita la nostra vita e di come anche noi possiamo divenire dono. Chi riconosce il dono ricevuto e ringrazia, comprende la gioia che il dono reca con sé e diventa capace di essere dono per l’altro. Così Lecco è e sarà sempre più unita, coesa, comunità in cui nessuno resta indietro, schiacciato dagli affanni della vita”.

Proprio per concretizzare questo auspicio, durante la cerimonia è stato proposto un gesto di dono per l’Emporio della Casa della Carità. Presso la Casa della Carità di Lecco è infatti attivo da gennaio un Emporio della Solidarietà, uno strumento di sostegno alla povertà, un mini-market in cui gli assistiti possono ricevere in dono la spesa periodica, in base dei bisogni del nucleo familiare. Accompagnati dai volontari, gli utenti possono scegliere i prodotti, nel rispetto della loro dignità e autonomia. L’Emporio ha bisogno di un approvvigionamento costante di generi di prima necessità, alimentari e non, da mettere a disposizione: è possibile dare la disponibilità per farsi carico, mensilmente o per un anno, di una quota dei prodotti necessari.

Una volta data la disponibilità, sarà proposto un elenco di prodotti con relativi quantitativi tra cui scegliere e per i quali impegnarsi. È un modo semplice di sostenere chi si trova in difficoltà, considerandolo in qualche modo come “uno di famiglia”.

La celebrazione si è conclusa con la Benedizione con la Reliquia del Santo, molto partecipata e sentita dai fedeli.

La serata ha poi visto la Basilica di San Nicolò piena per lo spettacolo “La lunga notte dell’Innominato”, di e con Matteo Bonanni: un omaggio ad Alessandro Manzoni nell’anniversario dei 150 anni della sua morte nell’ambito del progetto “Circondati dalla bellezza”, realizzato con il contributo di Fondazione Comunitaria del Lecchese Onlus e Lario Reti Holding.

Una lettura drammatizzata con accompagnamento musicale dei capitoli XXI e XXIII dei Promessi Sposi, una delle pagine più alte dell’opera manzoniana: il racconto della crisi esistenziale di un uomo e la descrizione del suo incontro con Dio. Un momento di riflessione per riscoprire la fede come strumento di comprensione e di soluzione della storia e delle vicende umane, che, personalizzata nella ‘provvidenza’ è la vera protagonista del grande romanzo ambientato a Lecco.

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